5. Partire è un po’ morire
Giugno 2013. Miami.
Domenica sera. Louis era appena tornato a casa dopo il tennis con Norman. Squillò il telefono, Colette rispose, chiamò il marito e gli allungò il cordless. Una voce informò Louis dell’incendio nei sotterranei dell’Università. Robinson avvertì la Polizia e si precipitò. I laboratori distavano quaranta chilometri e la strada stavolta gli parve più lunga della mattina.
La Polizia era già lì. Sorpresa! Non c’era traccia di fuoco. Vetri rotti, la centrifuga girava, l’ematossilina macchiava di blu il pavimento, le taniche di azoto liquido svuotate, le provettine di plastica sparpagliate sui tavoli, i campioni persi per sempre, gli hardware scomparsi. Oddio, la pendrive… Louis corse alla scrivania e cercò nel cassetto la pendrive che il Professore nascondeva nel pacchetto di sigarette. Era rimasto solo il pacchetto.
Durante il viaggio di ritorno cercò di contattare Colette, ma sia il telefono di casa che l’iphone, stranamente, erano scollegati. Strinse più forte il volante. I quaranta chilometri gli sembrarono più lunghi che all’andata. Arrivò a casa. Colette l’aspettava fuori. Tremava. All’interno tutto a pezzi, le piantane per terra. Lo studio, il suo regno privato, del quale era tanto geloso da non lasciar entrare neppure la cameriera… fili strappati, libri sparsi, computer fracassati, il tappeto ripiegato in onde innaturali. C’era stata una visita non proprio amichevole mezz’ora prima. Quattro sconosciuti. Uno aveva un codino nero. Buttarono Colette e Johnny sul divano del salotto e se ne andarono in giro a rovistare. Il tipo col codino rimase con loro. Le sue parole riempirono gli incubi di Colette per molti mesi. “Stronza, dici a tuo marito di lasciar perdere… altrimenti già sai.” Gli altri presero alcuni oggetti che lei non riuscì a distinguere, neutralizzarono i telefoni e fuggirono su un’auto.
I Robinson non rimasero in quella casa. Passarono la notte in macchina sulla scogliera. La mattina dopo, appena più calmi, decisero il da farsi.
Telefonarono al Professore. Gwen, la segretaria cotonata, singhiozzava. Quella notte il computer era stato resettato ed i CD-ROM erano spariti. Persino i cloud erano stati cancellati. Gwen stava cercando di contattare il Professore in Europa.
Louis passò in banca e ritirò tutto il contante che poté. Si diedero ammalati e prenotarono un lastminute per Roma. Ebbero il tempo di raccogliere pochi abiti e di ficcarli in tre grosse valigie.
Corsero in taxi all’aeroporto, poi sempre di corsa attraverso il check-in. Si imbarcarono per un soffio. Se solo si fossero fermati un minuto a far fare pipì a Johnny, avrebbero perso l’aereo. Appena preso posto, il piccino si vendicò facendola sul pantalone di Colette. Durante il viaggio transcontinentale non dissero una parola. Per empatia neanche Johnny. Si tennero sempre stretti per mano. Il contatto fisico serviva a rassicurarli che erano vivi ed era tutto vero.
A Roma smaltirono il fuso in un albergo prenotato dall’aeroporto. Usando il wireless della stanza tranquillizzarono i genitori di Colette in Francia e la madre di Louis a Miami. Avevano deciso di prendersi una vacanza improvvisa, si sarebbero fatti sentire, non cercassero di contattarli.
Colette, abituata al casino di Roma, andò con Johnny a procurarsi i biglietti ferroviari. Louis stava al computer. Nonostante tutto, era riuscito a portare con sé l’archivio. Era sempre stato diffidente nei confronti dei diabolici apparecchi digitali, servi maledetti che ti pugnalano alle spalle. Aveva il terrore di perdere i dati persino dallo scanner e dalla stampante. Nei mesi precedenti aveva inviato ad un indirizzo segreto decine di mail coi dati degli studi. Cambiava quasi tutti i giorni le password. Una volta l’aveva addirittura dimenticata. Riversò tutti i dati dentro un CD-ROM e ne fece tre copie. Aveva pensato di inviarli a tre amici fidati negli Stati Uniti ed in Canada, ma poi decise di non metterli in pericolo. Nascose i dischetti nella tasca interna della giacca ed uscì. Col caldo che faceva, si pentì subito della giacca, ma ormai era tardi. In ogni caso, era meglio attirare il meno possibile l’attenzione delle migliaia di assassini che, immaginava, lo stessero spiando dietro ogni vetrina. Andò in tre banche consigliate da Colette e depositò le tre copie in altrettante cassette di sicurezza. Le cassette andavano aperte nel caso in cui lui non si fosse fatto sentire nei tre mesi seguenti ed i CD ROM consegnati ad agenzie stampa in Italia, Stati Uniti e Giappone. L’ultima copia la tenne lui.
La sera erano tutti e tre nella Hall. Colette impallidì e Louis la vide sbandare. Vide qualcosa. Anzi, qualcuno. Ecco, lì, davanti a lei, Riccardo. Riccardo Avenario.