23. Aftermath (“conseguenze” in italiano, ma non rende come in inglese)
Estate 2022. Gaeta.
Mattina presto. Il postino andava al lavoro su una vecchia motoretta. Fischiettava la vecchia ballata del Trio Lescano, all’epoca campione delle hit parade. Più o meno, se la memoria non l’ingannava, faceva così:
Fuma un camino remoto in un prato
respira la notte in morbide nuvole
La luna mi guarda immota e lontana
poi come un ladro bianco e ansimante
mi entra nel letto e sussurra di te
Restai da solo, senza me stesso
rughe d’angoscia e le labbra serrate
il cielo ho sofferto e le stesse pareti
Poi...
poi quel tuo dolce e stanco sorriso
il tuo profumo velato ed intenso
la lingua feroce, una tenera spada
Sprizza energia dal tuo stare ferma…
basta pensare, soffrire, lottare
scruta con calma la rabbia del cuore
Tu che comprendi l’odore del mare
tu che ti cerchi in lunghi silenzi…
io non voglio cambiare il tuo mondo
non sento il bisogno di farti del male
lasciami in pace a riempirmi di te
Scende la luna, tramonta il silenzio
le tue radici son dentro di me.
La stagione della pesca alle cozze era appena cominciata. Louis Robinson, con i piedi penzoloni giù dalla barca che lo portava agli scogli più ricchi, guardava i riflessi del sole sulle nuvole. Prese il coltello, inforcò la maschera, sistemò il respiratore e si immerse con Johnny e Colette nel mare blu come il cielo.