23. Aftermath (“conseguenze” in italiano, ma non rende come in inglese)

02.12.2013 12:00

Estate 2022.  Gaeta. 

Mattina presto.  Il postino andava al lavoro su una vecchia motoretta.  Fischiettava la vecchia ballata del Trio Lescano, all’epoca campione delle hit parade.  Più o meno, se la memoria non l’ingannava, faceva così:

 

Fuma un camino remoto in un prato

respira la notte in morbide nuvole 

 

La luna mi guarda immota e lontana

poi come un ladro bianco e ansimante

mi entra nel letto e sussurra di te 

 

Restai da solo, senza me stesso

rughe d’angoscia e le labbra serrate

il cielo ho sofferto e le stesse pareti

 

Poi...

poi quel tuo dolce e stanco sorriso

il tuo profumo velato ed intenso

la lingua feroce, una tenera spada

 

Sprizza energia dal tuo stare ferma…

basta pensare, soffrire, lottare

scruta con calma la rabbia del cuore

 

Tu che comprendi l’odore del mare

tu che ti cerchi in lunghi silenzi…

io non voglio cambiare il tuo mondo

non sento il bisogno di farti del male

lasciami in pace a riempirmi di te

 

Scende la luna, tramonta il silenzio

le tue radici son dentro di me. 

 

 

La stagione della pesca alle cozze era appena cominciata.  Louis Robinson, con i piedi penzoloni giù dalla barca che lo portava agli scogli più ricchi, guardava i riflessi del sole sulle nuvole.  Prese il coltello, inforcò la maschera, sistemò il respiratore e si immerse con Johnny e Colette nel mare blu come il cielo.